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domenica 23 agosto 2009

Mondiali di atletica, l'Italia chiude a zero


E venne il giorno dell’ultima fatica. Quelle di Ercole furono sette, quelle molto più moderne di Bolt sono state, alla fine otto (quattro turni di 100, altrettanti di 200 e questa finale praticamente prenotata). Non è arrivato il record del mondo, come tutti si aspettavano, ma va bene così. Il ragazzo allevato a pollo fritto e patatine questa volta non era solo in pista. Ha diviso la gioia della vittoria con Mullings, Frater e Powell, questo schierato come sempre in ultima frazione. 37”91 il crono finale (record dei campionati), a 21 secondi dal mondiale che ottennero un anno fa a Pechino. Medaglia d’argento (37”62, record nazionale abbondantemente migliorato) il sorprendente Trinidad e Tobago, minuscolo stato insulare (5.128 km²) situato a nord-est del Venezuela nell'arcipelago delle Piccole Antille, con poco più di un milione di abitanti. Terza la Gran Brtetagna con 38”02. Italia sesta, praticamente la fotocopia delle batterie del giorno prima: 38”56 il crono finale, migliore di 4 centesimi. Ma da Donati, Collio, Di Gregorio e Cerutti in questo momento non si può pretendere di più. Anche se alla fine alcuni malumori serpeggiano in seno alla squadra e chiedono di dedicare maggiore attenzione a questa specialità che in tempi non troppo remoti (stiamo parlando degli anni ’80) ci vedeva primeggiare in Europa e nel mondo.

Fonte: gazzetta.it

sabato 22 agosto 2009

La Semenya? Un ermafrodito


TOPSHOTS-ATHLETICS-WORLD-800ML’atleta sudafricana Caster Semenya, vincitrice mercoledì sera degli 800 metri ai mondiali di Berlino, è un ermafrodito. Lo rivela oggi il tabloid svizzero Blick, che ha appreso la notizia da un ex allenatore dell’atleta sudafricana, dietro garanzia dell’anonimato.

La fonte spiega che dai test effettuati in Sudafrica a marzo «il risultato era chiaro. Semenya non avrebbe dovuto essere in gara a Berlino con le donne, ma i suoi funzionari sportivi hanno deciso di correre il rischio». Secondo il giornale svizzero, l’atleta sudafricana è una «vittima di funzionari criminali» a caccia di fama e onori, poiché i risultati dei test sarebbero stati nascosti alla stessa Semenya ed alla sua famiglia.

La fonte del giornale svizzero formula precise accuse nei confronti di Ekkart Arbeit, ex allenatore capo degli atleti della Ddr, il quale «sapeva cosa fare, per far partecipare Semenya a tutte le gare disputate finora». Secondo questa accusa, la velocista sudafricana sarebbe stata trattata con medicinali adatti a far scendere il suo livello di testosterone, in modo da non risultare maschio ai controlli antidoping.

Arbeit ha invece contestato le accuse nei suoi riguardi, spiegando di essere all’oscuro di tutto. «Io non so nulla - ha affermato - sono tutte sciocchezze ed è un’indecenza non rendere noto il nome della fonte di queste affermazioni».

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